{Titolo} sguardo

Rapporto annuale
2017

Gentili Signore ed egregi Signori

Nell’esercizio in esame, la Previdenza per la vecchiaia 2020 è stata il tema dominante in riferimento alle assicurazioni sociali.

Ora sappiamo di più. Il 24 settembre 2017 il popolo ha respinto il progetto di riforma con il 52.7 % dei votanti. Il progetto era sovraccarico e i motivi favorevoli al no hanno trovato terreno fertile. Lo dimostra il motivo principale del no secondo lo studio VOTO relativo alla votazione popolare: il 28 %, per ragioni diverse, era contrario all’aumento della rendita AVS di 70 franchi. Per alcuni sarebbe ingiusto perché coloro che sono già in pensione non lo riceverebbero, mentre per altri perché elargito «a pioggia» o comunque perché sarebbe un controsenso nell’ottica di un progetto di risparmio. Un altro motivo che ha portato alla bocciatura della Previdenza 2020 è stato l’aumento dell’età pensionabile per le donne. Per molti comunque, malvisto e determinante per il no è stato il fatto che il progetto avrebbe gravato sulle generazioni dei giovani. Altri motivi: si trattava di una riforma nel complesso sovraccarica per l’ampiezza del pacchetto di misure e tesa a determinare costi anziché risparmi.

Colpisce tuttavia il fatto che tutti i motivi della bocciatura riguardano la riforma dell’AVS. Nonostante la prevista riduzione del tasso di conversione, la riforma della previdenza professionale (2° pilastro), correlata alla previdenza per la vecchiaia, non è stata tema di dibattito tra i sostenitori del no, tendenza che sembra riconfermarsi anche per i futuri progetti di riforma. AVS e 2° pilastro vanno riformati separatamente. La riforma AVS è prioritaria. Il risanamento si basa principalmente sull’aumento dell’imposta sul valore aggiunto e sull’età di riferimento unica di 65 anni per donne e uomini. Il pensionamento potrà avvenire in modo flessibile e graduale tra i 62 e i 70 anni. Sono allo studio misure di compensazione correlate all’aumento dell’età delle donne. Al più presto nel 2020 è prevista una votazione popolare. L’entrata in vigore è pianificata per il 2021.

E la previdenza professionale? Non esiste una tabella di marcia. Il Consiglio federale ritiene che siano le parti sociali a dover adoperarsi. Questo significa che il tasso di conversione stabilito per legge del 6.8 % per la parte obbligatoria del capitale di vecchiaia sarà in vigore ancora a lungo. Il tasso di conversione tiene conto di ipotesi sull’aspettativa di vita e dei rendimenti nominali da investimenti. Siccome l’aspettativa di vita continua ad aumentare e i tassi d'interesse ancora al minimo storico lasciano presupporre a lungo termine solo rendimenti minimi, il 6.8 % è troppo alto. Di conseguenza le rendite necessitano del sovvenzionamento trasversale ad opera degli assicurati attivi. Secondo uno studio del Credit Suisse nel 2015 sono stati ridistribuiti così 5.3 miliardi di franchi (nel 2010 invece solo 3.5 miliardi).

Se però occorre diminuire significativamente la ridistribuzione a favore di una maggiore equità intergenerazionale, alle casse pensioni con prestazioni superiori al minimo LPP non resta altro che ridurre il tasso di conversione. Ed è proprio quello che ha fatto la Previdenza RUAG al 1° gennaio 2017. Una misura che sempre più casse pensioni si vedono costrette ad adottare e adotteranno. Alle casse vicine al minimo LPP invece non resta altro che finanziare le promesse di rendite eccessive con ulteriori contributi dei dipendenti e dei datori di lavoro nonché mezzi liquidi a causa del tasso di conversione per legge.

Nella Previdenza RUAG la riduzione del tasso di conversione al 1° gennaio 2017 ha consentito di ridurre il sovvenzionamento trasversale delle rendite ad opera degli assicurati attivi da quasi 22 milioni di franchi nel 2016 a 2.2 milioni nel 2017.

Ovviamente per tutte le casse sarebbe meglio se la previdenza professionale fosse depoliticizzata. Il tasso di conversione e il tasso d’interesse minimo LPP sono grandezze attuariali che devono rispecchiare la realtà. 

Grado di copertura

Per legge, le casse pensioni devono calcolare ogni anno il grado di copertura conformemente all’art. 44 OPP 2 e presentarlo nell’allegato al conto annuale (cfr. punto 5.7). Esso ammonta al 103.3 % (anno precedente 101.1 %). Per definizione, il grado di copertura indica se gli impegni correnti e futuri stabiliti dal regolamento sono coperti dal patrimonio dell’istituto di previdenza. La copertura è presente se il grado è almeno del 100 %. La mera osservazione del grado di copertura mostra tuttavia solo una mezza verità e non è necessariamente l’indice più adeguato per valutare la situazione di una cassa e gestirla in modo sicuro.

Per una valutazione effettiva ed economica della situazione finanziaria della cassa è opportuno, se non indispensabile, valutare gli impegni previdenziali in base a una curva degli interessi attuale e riconosciuta. La Previdenza RUAG valuta gli impegni previdenziali con riferimento all’attuale curva degli interessi della Banca nazionale svizzera (BNS). Ciò consente di rappresentare ancora meglio l’effettiva situazione del mercato, tenendo conto adeguatamente delle scadenze degli impegni. Pertanto, oltre al grado di copertura previsto dalla legge conformemente all’art. 44 OPP 2, sono indicati anche il grado di copertura economico e quello sottoposto al rischio. Al 31 dicembre 2017, il grado di copertura economico ammonta al 91.1 % (anno precedente 84.6 %) e il grado di copertura sottoposto al rischio è del 98.9 % (anno precedente 94.4 %), mentre il grado di copertura legale è, come summenzionato, del 103.3 %. Le spiegazioni relative a questi gradi di copertura sono riportate al punto 9.4 dell’allegato al conto annuale.

Tasso di valutazione e basi tecniche

Il 31 dicembre 2014 il tasso di valutazione è stato ridotto dal 2.5 % all’1.5 % e al 31 dicembre 2016 ulteriormente all1.25 % (cfr. anche i rapporti annuali degli anni precedenti). Con questa valutazione mark to market degli obblighi previdenziali la Previdenza RUAG ha reagito al livello dei tassi d'interesse costantemente basso. Di conseguenza le prestazioni per i beneficiari di rendita non assorbono il totale degli utili patrimoniali. Si è così creato il presupposto, in caso di buon rendimento, per retribuire gli averi di vecchiaia degli assicurati attivi con un tasso d’interesse superiore rispetto ai capitali di copertura pensionistica. Il margine che ne è derivato è stato anche usato per una retribuzione congrua degli interessi sugli averi di vecchiaia degli assicurati attivi pari al 2 %.

Le nuove basi tecniche LPP 2015 mostrano un’ulteriore crescita dell’aspettativa di vita, fortunatamente accompagnata dalla diminuzione dei casi d’invalidità. Dette basi sono impiegate dalla chiusura al 31 dicembre 2016 per il calcolo delle prestazioni e degli impegni.

Investimenti patrimoniali

Nel 2017 la crescita economica nei principali Paesi si è accelerata a fronte di un’inflazione che permane bassa. Mentre la Banca Centrale Europea ha lasciato invariato il tasso d’interesse, annunciando però nell’ottobre 2017 di ridurre i suoi acquisti di titoli di stato 2018 a 30 miliardi di Euro, la Banca Centrale USA invece, già nel corso dell’anno di riferimento, ha applicato un aumento del tasso d’interesse di 0,75 punti percentuali. Grazie al contesto economico favorevole, unito ad elevati utili delle imprese, i mercati azionari globali hanno registrato un anno molto positivo. Tra i mercati sviluppati, gli USA, il Giappone e la Svizzera erano sopra la media globale, mentre la zona Euro ha retto meno il confronto. Approfittando del dollaro USA più debole, le azioni dei paesi emergenti sono perfino salite oltre il 30 %. A causa degli interessi leggermente aumentati, i titoli di stato svizzeri a scadenza lunga hanno chiuso in modo leggermente negativo. I titoli di stato USA a lungo termine sono rimasti più o meno invariati. L’elevato desiderio di rischio degli investitori ha prodotto una outperformance delle obbligazioni societarie rispetto ai titoli di stato.

Come descritto nel rapporto annuale precedente, il Consiglio di fondazione ha verificato l’Asset & Liability Management (ALM) e implementato per il 2017 una strategia d’investimento ottimizzata in termini qualitativi e quantitativi. Le operazioni inerenti al cambio di strategia deliberato dal Consiglio di fondazione sono state portate a termine a febbraio 2017 dalla gerenza sotto la sorveglianza della Commissione per gli investimenti. Nel settore delle obbligazioni in valuta estera vengono ora considerate sia le obbligazioni societarie sia i titoli di stato. Inoltre la quota strategica è stata leggermente aumentata. Le categorie d’investimento precedenti azioni Svizzera e azioni Paesi emergenti (Emerging Markets) sono state trasferite nella nuova categoria d’investimento azioni Mondo. Con la nuova categoria d’investimento onnicomprensiva azioni Mondo, la Previdenza RUAG – conformemente alla capitalizzazione del mercato – ha investito in aziende di tutto il mondo, Svizzera compresa. Nel complesso, la quota azionaria strategica è stata leggermente ridotta a favore degli immobili esteri e delle obbligazioni in valuta estera.

Conformemente alla nuova strategia, nel 2017 è stato conseguito sul patrimonio complessivo un rendimento positivo del 3.82 % (benchmark 3.77 %). Il rendimento del benchmark è quindi stato leggermente superato. L’attuale strategia di investimento è orientata a rischi azionari e valutari significativamente inferiori rispetto alla media svizzera. Pertanto il rendimento della Previdenza RUAG, rispetto al rendimento di altre casse pensioni svizzere, è peggiore in un anno azionario positivo ma migliore in un anno azionario negativo.

Retribuzione d’interessi 2017, tasso d’interesse nel corso del 2018

Come già comunicato più volte, con il Regolamento di previdenza rielaborato al 1° gennaio 2017 sono entrate in vigore diverse novità (fra cui la riduzione dei tassi di conversione e l’aumento dei contributi di risparmio). Queste misure erano indispensabili a causa dello sviluppo demografico, dei tassi d’interesse permanentemente bassi e del blocco politico nel 2° pilastro. Con queste misure il Consiglio di fondazione ha non solo provveduto alla stabilità finanziaria, ma anche creato un margine di manovra per una retribuzione d’interessi adeguata sugli averi di vecchiaia: grazie alla valutazione mark to market dei capitali delle rendite e ai rischi di investimento bassi, è stato possibile retribuire gli averi di vecchiaia con il 2 %, retribuzione che risulta così, come auspicato, superiore alla retribuzione d'interessi dei capitali delle rendite pari all’1.25 %. Inoltre è decisamente superiore al tasso d’interesse minimo LPP dell’1.0 %. Contemporaneamente è stato possibile aumentare la riserva per fluttuazione di valore sui mercati finanziari prescritta per legge.

Per gli avvenimenti che si verificheranno durante il 2018, come uscite e pensionamenti, il tasso di interesse resta dello 0.5 %.

Perdite da pensionamento

Il punto 5.4.1 dell’allegato al conto annuale indica tra l’altro l’importo effettivo delle perdite da pensionamento, che nel 2017 ammontano a circa 2.2 milioni di franchi. Come conseguenza della riduzione del tasso di conversione dal 1° gennaio 2017 è stato possibile ridurre le perdite da pensionamento. Con 21.8 milioni di franchi l’anno precedente erano state dieci volte tanto. Ciò significa che nel 2017 ancora il 5.8 % delle prestazioni dei 63 collaboratori andati in pensione lo scorso anno non è interamente coperto e deve essere finanziato tramite il rendimento, gravando sul grado di copertura. L’anno precedente la percentuale era il 28.1 % per 171 collaboratori. 

Nessun adeguamento delle rendite al carovita

A causa del grado di copertura attuariale e della capacità di rischio limitata dell’istituto di previdenza, sono mancate le condizioni per concedere al 1° gennaio 2018 la compensazione al rincaro per le rendite di vecchiaia, d’invalidità, per coniugi e per figli.

Spese amministrative

Le spese nette di amministrazione patrimoniale ammontano allo 0.265 % degli investimenti patrimoniali trasparenti (cfr. punto 6.8 dell'allegato al conto annuale). Sono pertanto leggermente superiori all’anno precedente (0.25 %). Il lieve aumento è dovuto ai costi di transazione a seguito della nuova strategia d’investimento implementata nel 2017. Come negli anni precedenti è stata raggiunta interamente la quota di trasparenza dei costi del 100 %.

I dettagli sulle spese amministrative generali sono riportati al punto 7.4 dell'allegato al conto annuale. Ne emerge che la quota pro capite di dette spese è nuovamente diminuita rispetto all’anno precedente. Le spese amministrative corrispondono allo 0.06 % del patrimonio, cioè a 190 franchi per membro (anno precedente 201 franchi).

Consiglio di fondazione

Il Consiglio di fondazione si è riunito in assemblea costituente il 16 gennaio 2017 dopo le elezioni. Urs Kiener ed Eric Wiesmann sono stati riconfermati per il mandato 2017-2020 nei ruoli di presidente e vicepresidente.

Le questioni ordinarie sono state trattate in quattro altre riunioni complessivamente.

Formazione e perfezionamento

Anche nell’esercizio in esame, i singoli membri del Consiglio di fondazione hanno assolto individualmente, in occasione di svariati seminari ed eventi, la formazione continua in merito alle questioni attuali concernenti la LPP e le casse pensioni.

Prima della votazione sulla Previdenza per la vecchiaia 2020, il Consiglio di fondazione nel suo insieme aveva discusso delle proposte della riforma e delle possibili ripercussioni sulla Previdenza RUAG per essere pronto in caso di vittoria del sì. Anche il nuovo diritto del divorzio era stato tema di discussione nel Consiglio di fondazione, che ha approvato le modifiche resesi necessarie nel regolamento di previdenza.

Durante le conferenze specialistiche del personale della RUAG, il gerente e il suo sostituto forniscono regolarmente informazioni su temi attuali relativi alla previdenza professionale. Inoltre tengono relazioni durante i corsi speciali per i collaboratori della RUAG mirati alla preparazione del pensionamento.

Revisione

Il nostro ufficio di revisione PricewaterhouseCoopers AG ha svolto le verifiche intermedie dal 27 al 29 novembre 2017 e quelle finali dal 26 febbraio al 1° marzo 2018, confermando il rispetto delle prescrizioni regolamentari, statutarie e legali applicabili. Raccomanda al Consiglio di fondazione di approvare il conto annuale 2017.

Prospettive

Come menzionato in apertura, siamo del parere che ci vorrà ancora molto per una riforma della previdenza professionale, sia dal punto di vista temporale sia in termini di depoliticizzazione. Temiamo anzi che il 2° pilastro sarà ulteriormente regolamentato: nell’ambito della riforma delle prestazioni complementari, il Consiglio federale intende eliminare il sistema «incentivi indesiderati». Come incentivo indesiderato vorrebbe impedire il prelievo del capitale di vecchiaia dalla parte obbligatoria della previdenza professionale. Tuttavia il nesso tra prelievo del capitale dal 2° pilastro e bisogno di prestazioni complementari non è chiaramente dimostrato. Verrebbero invece limitate le possibilità di scelta agli assicurati e le casse pensioni sarebbero ulteriormente regolamentate. Il Consiglio nazionale tratterà la questione nella sessione primaverile 2018.

Quindi per il Consiglio di fondazione e la gerenza la priorità assoluta resta mantenere un margine di manovra in un contesto difficile caratterizzato da restrizioni sempre più rigide. L’obiettivo è mantenere anche in futuro le prestazioni garantite a favore dei pensionati e degli assicurati attivi.